
Inizia così l’Unità per sottolineare l’operazione di marketing elettorale utile a racimolare qualche voto in più. Ma poniamo l'attenzione al seguente passaggio dell'articolo «con la nuova legislatura, dopo il voto, i quattro formeranno gruppi parlamentari unici. - ipotizzando quindi la riesumazione della falce e martello in Parlamento dopo il voto, per poi affermare - [...] E così, in questa bella mattina soleggiata e fredda, sparisce dal panorama simbolico della politica italiana la vecchia cara falce e martello. O meglio, le uniche che vedremo sulla scheda saranno quelle di listine trinariciute o turigliattiane.»
Falce e martello spariranno dalla scheda elettorale ma rimarranno nelle teste e nei cuori di alcuni deputati, evidentemente. D’altra parte se si ha il coraggio di scrivere: «vecchia cara falce e martello», significa negare i crimini efferati che ha compiuto il comunismo nel mondo, dimostsrando che la scomparsa del simbolo è una semplice operazione di restyling elettorale, e che la voglia di sganciarsi definitivamente dalla più grande menzogna del XX secolo è ancora lontana. Purtroppo molti post-comunisti non riescono ancora ad ammettere, nonostante l'abbia dimostrato la storia, che quella «vecchia cara falce e martello» ha significato per milioni di persone oppressione e morte, allo stesso modo di una "vecchia e cara" - che orrore, questa espressione mi crea i brividi anche tra le virgolette - svastica nazista.
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